In Lombardia, e più precisamente in Brianza, alcuni amici “uniti dalla passione e dalla caparbietà” diventano giovani imprenditori “decisi a rivestire la birra dei sapori e delle note dell’artigianalità italiana”. È così che più di una decina di anni or sono, Marco Vergani, Andrea Semilia e Fabio Boscarollo, si impegnano insieme nel progetto di Birra Gaia. Inizialmente, nel 2014, solo un piccolo impianto a Lissone. Poi a partire dal 2017 a Carate Brianza, in provincia di Monza Brianza, una struttura più solida con un impianto professionale, un brewpub annesso al birrificio, e la volontà di esportare quella formula per “una birra a kilometro zero (fatta, spillata e gustata), ma anche per vedere e toccare con mano i processi di produzione”.

Birra Gaia ha oggi una produzione annua di 2.500 ettolitri l’anno con 24 etichette a catalogo. Tra cui non poche referenze premiate a importanti concorsi nazionali e internazionali. Con un nome ispirato alla Dea della Terra, il birrificio brianzolo vuole valorizzare i prodotti del territorio, non da ultimo (se non in termini temporali) introducendo in linea la produzione di tre birre in stile IGA dove utilizza i mosti di una cantina italiana in tre diverse ricette di fermentazione.
Ad alternarsi nel prendere la parola per descrivere il birrificio in ogni suo aspetto sono qui entrambi i due soci fondatori: Marco Vergani, che ne è anche amministratore delegato e legale rappresentante, e Andrea Semilia, mente e cuore da mastro birraio.
Le origini e gli obiettivi
«La nostra avventura con Birra Gaia – ricorda con entusiasmo Marco Vergani – è nata con l’avvio di un microbirrificio a Lissone nel 2014, seguendo la nostra passione per le più svariate tecniche produttive e tipologie di birra di tutto il mondo. Affinando una dose in più di italianità e un approccio maggiormente imprenditoriale, nel 2017 abbiamo aperto un nuovo impianto a Carate Brianza, dove ci è stato possibile ampliare la produzione e accostare al birrificio un brewpub dove permettere al pubblico la degustazione delle nostre birre, affiancandole a stuzzichini così come a piatti più ricercati. Questo nuovo format ci ha permesso di lanciare iniziative di successo come il tour del birrificio, la degustazione “assistita”, il corso per homebrewer, momenti di team building aziendale, dove mettiamo a disposizione gratuitamente i nostri spazi per incontri ed eventi, a fronte di pranzi per i partecipanti (come anche cene o aperitivi). Perché Gaia? Gaia è una Dea dell’antica Grecia, Madre degli Dei e generatrice della terra stessa. Incarna alla perfezione il nostro impegno e il legame con il territorio – sia locale, che italiano – oltre alla nostra costante attenzione alla sostenibilità nella gestione delle risorse idriche, energetiche e alle materie prime. La passione, la ricerca costante, l’accuratezza e il gusto per quello che noi chiamiamo “il ben fare per poter ben bere” hanno fatto negli anni guadagnare a Birra Gaia sempre nuova stima e nuovi riconoscimenti nel mondo della birra artigianale».
Il birrificio e il brewpub
«Il nostro birrificio – prosegue Marco – si trova a Carate Brianza nell’area ex-Formenti, una vecchia fabbrica recuperata e restaurata per ospitare realtà produttive di diverso tipo, tra cui appunto la nostra. Attualmente occupiamo circa 900 m2: di questi una metà sono destinati alla produzione, l’altra metà è occupata dal brewpub, con vista sulla produzione e con un’ulteriore area esterna di circa 80 m2. Di supporto al sito produttivo, e non solo, si aggiungono anche due magazzini esterni che occupano un’area di circa 400 m2 e che ci consentono di stoccare tutto il necessario. Infine, possiamo utilizzare altri 150 m2 circa, destinati a una cucina con tre aule didattiche, che condividiamo con l’Istituto Alberghiero Don Gnocchi con il quale abbiamo un progetto comune. Una caratteristica che rende unico il “progetto Birra Gaia” è infatti proprio questa partnership che abbiamo con l’Istituto Alberghiero Don Gnocchi di Carate e con la Cooperativa Sociale In-presa, con i quali abbiamo dato vita a un polo formativo imprenditoriale che permetterà ai giovani di fare un’esperienza concreta nel campo della produzione e della ristorazione. Un progetto che si caratterizza quindi anche come vero e proprio ponte tra scuola e lavoro, con una forte attenzione ai temi di responsabilità sociale».