Radiocraft Brewery: produrre birra a suon di musica

È nel 2020, in un capannone dei Castelli Romani, che il birraio Enrico Girelli e i publicans del Craft, un pub romano in zona EUR, Carlo Mascioli e Marco Turchetta, diventano i tre soci di Radiocraft Brewery. Un birrificio che lo scorso anno ha prodotto 1.300 ettolitri di birra. Già sperimentati una trentina di stili, disponibili in fusto o in lattina.

Ne abbiamo parlato più nel dettaglio con il birraio e socio, Enrico Girelli.

«Radiocraft Brewery apre i battenti in una posizione strategicamente perfetta, ai confini di Roma in una località dei Castelli Romani, nel gennaio 2020: un anno funesto per cominciare, ma spesso le idee migliori nascono nei momenti più difficili – ci racconta Enrico -. Gennaio 2020 è la data della nostra prima cotta, anche se il progetto aveva già preso forma nel 2019. La società con cui abbiamo dato vita al birrificio si chiama Alba Srl e siamo tre soci proprietari, con tre addetti alla produzione e una persona che si occupa della parte commerciale, mentre ci avvaliamo di professionisti esterni per tutto ciò che riguarda grafica e comunicazione. L’incontro tra noi ha fatto nascere l’idea di Radiocraft Brewery. Io avevo avuto precedenti esperienze come birraio presso altri impianti, così mi sono subito messo al lavoro in produzione per creare le nostre birre; mentre Carlo Mascioli e Marco Turchetta – che già erano soci nella gestione del pub Craft in zona EUR – ora si occupano anche della parte logistica del birrificio, oltre a continuare a seguire la birreria, dove adesso ovviamente vengono servite anche le birre prodotte da Radiocraft Brewery. Ci siamo conosciuti nel 2015 al loro pub: loro avevano in progetto di aprire un birrificio e io già producevo su un piccolo impianto casalingo ben attrezzato, oltre a fare ricette su impianti conto terzi per locali e attività che volevano la “loro” birra. A Carlo e Marco sono piaciute le birre che realizzavo e così abbiamo iniziato a lavorare insieme a un progetto comune. L’obiettivo di Radiocraft Brewery è quello di far incontrare la tradizione brassicola con delle prospettive moderne, legate a stili e tecniche di produzione, e questo si traduce in una particolare attenzione all’uso di spezie, frutta, lieviti, enzimi e luppoli a volontà. Il nome del birrificio prende spunto dal legame tra birra e musica, elementi imprescindibili dei pub, e quindi anche i nomi della maggior parte delle nostre birre si rifanno a titoli di canzoni: come, ad esempio, la nostra birra in stile Bock, Bocka di Rosa, e la nostra Tripel, Avvelenata, che abbiamo chiamato come due famosissime canzoni di Fabrizio De Andrè, oppure, solo per citarne un altro paio, la nostra Quadrupel, Donna Cannone, e la nostra Disperata Erotica IPA, che richiamano i versi di Lucio Dalla».

La sede e gli impianti

«Il birrificio ha sede ai Castelli Romani in un capannone di 300 metri quadrati, che ha annesso un ampio Beer Garden, aperto in orario di lavoro, che funziona anche come spaccio aziendale; poi c’è la Tap Room in zona EUR, che è il pub Craft che è stato il padre di questo progetto (com’è anche riportato nel nome del birrificio). Quando a gennaio 2020 abbiamo iniziato a produrre le nostre birre, ci siamo subito attrezzati con tre fermentatori da 28 ettolitri, ma già a marzo abbiamo dovuto sospendere l’attività, per i motivi che tutti ben conosciamo. Gli ettolitri prodotti quell’anno quindi non fanno fede, ma già l’anno seguente, nel 2021, siamo arrivati a produrre 800 ettolitri di birra, grazie anche all’acquisto di due nuovi fermentatori da 14 ettolitri. Nel 2022 abbiamo raggiunto il prestigioso risultato di qualificarci come terzi classificati al “Birraio emergente italiano”. L’impianto che utilizziamo è una macchina a due tini modello americano da 14 ettolitri della Ricci Engineering, che funziona con due accumuli di acqua fredda e acqua calda (dove viene recuperata l’acqua riscaldata dallo scambiatore). Ad oggi lavoriamo con due fermentatori troncoconici da 14 ettolitri, 3 fermentatori da 28 ettolitri e un fondo bombato da 47 ettolitri. In questi mesi è atteso un ampliamento: attendiamo a breve l’arrivo di un nuovo fermentatore troncoconico da 28 ettolitri e altri due fondo bombato da 47 ettolitri».